
Un giorno, forse, ti perdonerò. Per aver alternato a un ritmo folle gli ingressi e le uscite dal mio universo mondo. Per aver sbattuto porte senza ragioni, per avermi offeso. Per aver trovato pretesti sempre più stravaganti per segnare la distanza e per averli smontati con leggerezza dopo averli usati come terribili armi da rappresaglia. Certo ho sbagliato ad accettare le tue bizze, a seguire le tue sinusoidi. Non mi sono sottratto al gioco al massacro. E adesso che con piglio matematico ti sforzi di raggiungere il tuo drastico traguardo depurandolo dall’astio di cui sei piena, rido. Rido di gusto.