Povere stelle

Povere stelle

Passare dal vaffa al governa è dura, ci aspettavamo tutti un po’ di compromessi e la perdita di una parte d’identità. Si sperava, almeno quelli che non li guardavano con astio, che non superassero il ridicolo. Invano, ahimè.

Hanno trovato per ogni problema una soluzione da terza elementare. Compromessi: l’Ilva purtroppo non si poteva chiudere, la TAP non si poteva più non fare. Prima, quando si era al vaffa, non si potevano sapere certe cose. E va bene.

Sul(la) TAV analisi costi benefici. Vincono i costi: non si deve fare. Ma la lega la vuol fare e diventa sempre più forte, l’elettorato la percepisce come un’opera importante, chissà perché. Soluzione: si voti in parlamento. Così vinceranno i si, pur votando i cinquestelle no. Geniale.

Resta da stabilire il modo. Si manda Conte a dire che ormai fa più danni fermare tutto, come se fosse una sua iniziativa autonoma, e lo si contesta un po’, riconoscendogli comunque il gran lavoro. Il ridicolo è vicino. Magari lo si abbandona in aula mentre sta parlando di Salvini e Savoini, così si ride e basta.

Ma per arrivare alla sghignazzata ci vuole il tocco di creatività: il mandato zero, quello che non vale.

Non penso si possa andare oltre. Si potrebbe chiudere bottega. Ma quella parte di elettorato che farebbe? Chi poteva andarsene in lega se n’è già andato, gli altri?

Certo non andranno dal popcornaro. Lo odiano. Vedendolo esultare, poi, e vantarsi di aver distrutto il movimento, hanno voglia di menare le mani.

La soluzione più probabile: il m5s vivacchia, si attesta su quel 15 % di gente che continua a difendere l’operato del governo e sostenere che è tutta questione di comunicazione. Ci sono reddito di cittadinanza e spazzacorrotti a sorreggerli. Il PD continua a rattopparsi per un altro lustro e il paese resta in mano alle destre.

Grazie a tutti gli attori, davvero un gran film.

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